venerdì 11 febbraio 2011

amici

Ho fatto bene a venire quassù in montagna, è normalmente bello ma quando si rimane soli e affranti il cielo e la terra sembrano ancora più intensi, sembrano quasi capirmi. Riesco a trarre quell'energia vitale che i fatti della vita di città mi avrebbero spietatamente tolto. Non più di tre settimane fa presso l'atelier che ho contribuito a creare, ho conosciuto un tale, amico di lunga data del nostro stilista, il quale disse di avere alcuni problemi con il suo socio in affari, il personaggio gestisce un ristorante alla moda dove vip, vippaioli e pippaioli si ritrovano, problemi tanto gravi che quasi piange mentre ne accenna, tant'è che pochi giorni fa ha tentato, per la terza volta nell'anno, di togliersi la vita. Salvato dall'aver finito la benzina! La cosa ironica è che lo stilista lo presentò come il salvatore della patria che avrebbe portato tanti importanti clienti grazie alle sue conoscenze festaiole, risollevando le sorti nefaste cui la nostra azienda sembra condannata. Inutile dire che storsi parecchio il naso sia per lui sia per l'inserimento in squadra della fidanzata slovacca, appariscente ma non in grado esprimersi in italiano, in qualità di nostra receptionist, commessa o whatever. Dopo alcuni giorni anche io avrei potuto togliermi la vita con ragione essendo stato colpito di punto in bianco da una ingiustizia insensata, gravissima e tutta ancora da comprendere. Per mia fortuna a certe feste non sono mai andato, certe droghe non le ho viste nemmeno in cartolina e per quanto possa sembrare strano queste due sole cose fanno una grande differenza nella capacità di gestire situazioni deprimenti ad alto contenuto di stress. Aggiungo di avere una famiglia, dei bimbi meravigliosi e una moglie unica ed ecco che la mia capicità di reagire si incrementa ancora. Sono atleta, musicista, pilota di aeroplani e ultimo ma non per dignità erotomane ed ecco che il lavoro consolatorio che consegno al cosmo, alla terra e al cielo qui di fronte a me si fa tutto sommato ordinario.
Ordinario non è quel che mi è successo anyway.
"Ciao Gianni come stai, tutto bene? Sono giorni che non ti si sente" Gianni è il proprietario, insieme ad Alberto della casa di moda per la quale lavoro attualmente,  "No non va per niente bene perchè sono intercorsi dei fatti nuovi per i quali la nostra collaborazione per il momento deve essere sospesa immediatamente" "Eeeehhh???!!!" Rispondo attonito "Matteo Giambavicchio ha saputo tramite i suoi amici della massoneria del gran oriente che tu sei sottoposto ad indagine e che quindi potresti attirare attenzioni non desiderate anche su noi" Non credo alle mie orecchie, il mio amico Matteo si è operato per distruggere la mia reputazione con delle inutili falsità. "Scusa Gianni" dico io "ammesso e non concesso che queste cose siano vere e che tu possa avere o meno il diritto di sentirti spaventato dalla evenienza che lo Stato possa chiederti conto di qualcosa, io potrei anche essere daccordo ad allontarmi e chiarire tutto da subito, ma non dimentichiamo che da quando lavoro per te non mi hai mai pagato cosa ne pensi?" "Tu hai prestato opera volontaria a titolo gratuito" "Minchia Gianni, penso che questa posizione non sia contemplata dal codice del lavoro" "Senti" rispondo "incontriamoci e parliamone, perchè qualcosa non quadra davvero, andiamo anche insieme in procura e chiediamo che razza di criminale sono e che tipo di trattamento merito" "No guarda davvero non si può, cerca di capire, per il momento è meglio che non ci incontriamo, ne riparliamo tra sei mesi" "Gianni, non posso permettermi di essere trattato in questo modo, ho famiglia e non posso aver lavorato per beneficienza, non è che stai cavalcando un onda di cazzate giusto per non pagarmi, esattamente come non state pagando nessun fornitore da circa un anno?"
La telefonata si chiude pressapoco così.
La verità è che gli amministratori della Creative World Company srl hanno determinato uno stato di grave e dolosa insolvenza, con un comportamento spregiudicato al limite del ridicolo pur di accapparrare forniture, con una condotta che ai miei occhi, nonostante non sia nemmeno lontamente un santo, per esperienza diretta di imprenditore e indiretta di consulente, risulta agghiacciante. Non tanti giorni fa, evidentemente il cerchio verso me stava per chiudersi, Alberto ha giustificato l'ennesimo ritardo di pagamento verso un fornitore e l'assenza del compare Gianni con la favola che Gianni sarebbe accorso in tutta urgenza a Verona al capezzale di mia figlia gravemente malata, prima di recarsi al funerale nelle marche del loro finto socio Giovanni Tamantini, lo spacciano per tale, in realtà è semplicemente un fornitore - indovinate un po'? Non pagano nemmeno lui da mesi e mesi. La cosa tragicomica è che mia figlia è davvero malata grave (sindrome di west più altre rare anomalie metaboliche) ma Gianni è ben lungi dall'occuparsene e che il Tamantini è morto davvero, sapeva che sarebbe morto e ha fatto di tutto per consegnare, prima di morire, le ultime giacche ai due lestofanti i quali ovviamente si sono ben guardati dal presentarsi al funerale dell'amico-socio-fornitore. Bei bastardi! Questo è solo esemplificativo della totale mancanza di coscienza etica negli affari e nei rapporti con le persone. Il motivo per cui questi due risultano credibili è che sono un rispettabile cardio chirurgo e un povero sfigato che dopo aver accudito l'alzaimer della mamma per sette anni e aver perso il padre si è scoperto malato a sua volta di una forma leucemica. In una formula Gianni Bricco e Alberto Lorenzon. Alberto marcia talmente tanto sulla sua malattia che un giorno l'ho definito un fenomeno di autoprostituzione clinica. Giustifica ogni sua mancanza e strafottenza con la scusa di terapie e malanni incassando dilazioni e pietà. L'ho visto many times coi miei occhi mentire sulle sue condizioni per ottenere beneficio- finchè uno lo fa su di se pazienza, ma il suo vizio si allarga e usa anche le malattie e la morte altrui, risulta non essere carino, forse è decisamente disgustoso. Non solo mia figlia ma anche, ad esempio, la tristemente nota vicenda della figlia del cantante Niccolò Fabi è utilizzata a fini economici. Mentre da un lato, all'interno dell'azienda dell'azienda si vanta di avere realizzato un utile legato alle t-shirt dell'evento le parole di Lulù di 30000 Euro in soli 10 giorni, salvo non avere pagato il fornitore delle magliette stesse, ovviamente, dall'altro nelle sue occasioni di public relation aziendali si atteggia ad anima pia dicendo che con l'operazione parole di Lulù da lui diretta e orchestrata avrebbero costruito un ospedale in angola e presto redimerà altri mali del mondo. Schifosissimo, isn't it? Illazioni? No tutto nero su bianco anche su presentazioni aziendali ufficiali tipo pochi giorni fa per Fiat.
Ma veniamo al punto, perchè si sarebbero comportati così male con me? Perchè sono dei gran bastardi questo è ormai evidente e assodato, ma questi scienziati dello sfruttamento umano moderno e cordiale non fanno nulla per nulla. Ho una mia teoria: avendo vissuto direttamente e indirettamente situazioni aziendali diciamo travagliate, mi sono fatto un'idea ben chiara di cosa possa essere o non essere fatto per il benessere dell'azienda. Che l'azienda CWC fosse in difficoltà me ne resi conto subito, anche se mai avrei immaginato che i compagneros si mangessero perfino i soldi delle bollette del telefono, e poi onestamente con la schiera di conoscenze e opportunità che vantano, benchè in modi tutt'altro che ortodossi, la possibilità di un capovolgimento di fronte sembra tutt'altro che vana. E allora dai fiducia, stringi la cinghia, assecondi e inisisti. Si è parlato mille volte di come e con chi poter raddrizzare la rotta, tra le tante ipotesi una l'ho sempre esclusa con forza: accettare danari da chi non avesse un interesse industriale strategico nell'investire nell'azienda. Accettare solo partner qualificati o rivolgersi al credito ordinario. Qui casca l'asino! Per essere presentabili agli occhi di un serio partner industriale è necessario rimboccarsi le maniche, uhmmm i personaggi non mi sembrano tanto proni, e per rivolgersi al credito ordinario invece non bisognerebbe aver passato fallimenti, protesti, stralci e dio solo sa cos'altro come l'autoprostituto Alberto ma nemmeno si può essere indebitati e impegnati fino al limite come il Gianni Bricco appare. Tra le due però, rimboccarsi le maniche e taroccare un po' di carte per sembrare quello che non si è agli occhi della banca si è tentata la seconda. Pare che non sia andata benissimo  e che abbiamo fatto un figurone di merda con i piani alti di Unicredit. Carte taroccate, ho le prove o parlo a vanvera? Certo che ho le prove, tutto depositato presso un legale in attesa di dipanare la matassa di merda super 180 più fine del cashmire. Come prosegue la loro folle corsa verso la mia spietata estromissione? Come già detto la possibilità di rimboccarsi le maniche non è contemplabile da chi cerca di ricondurre tutti i fatti della vita alle feste, ai social network e all'essere amico di... Non resta che accettare soldi di dubbia provenienza, succeda quel che succeda, reato più reato meno, per far questo è necessario liberarsi di me per ben due motivi: il primo è che conosco chi gli presterebbe i soldi per avermi già rifilato un grosso bidone anni fa, il secondo che se anche non lo conoscessi non permetterei che l'azienda per cui lavoro commettesse il più fatale degli errori accettando i soldi di chi non si cura di verificare in cosa stia investendo. C'è qualcuno che non ci arriva? Il ruolo del Matteo Giambavicchio è chiarissimo: lui ha la sua fetta di torta da parte dell'usuraio con la quale risolvere un po' di problemi e allungare di qualche mese la sua incasinatissima vita di faccendiere dei banditi. Qui mi fermo che non ho tanto l'aspirazione di diventare un Saviano.
In tutto questo mi dispiace di aver sottratto tempo alla mia famiglia per dedicarmi a loro due stronzi, per aver passato ore, giorni e notti, festivi e feriali per creare le condizioni minime alle quale un'azienda deve aspirare per poter operare, esserci riuscito, tranne la situazione finanziaria che non mi compete, ed essere estromesso perchè nella vita ho imparato che alcune cose è necessario farle bene. Mi hanno rinfacciato il mio certificato penale (INCENSURATO con una situzione da chiarire circa la mia precedente vita di imprenditore - mea culpa) mentre loro sono marci dentro e fuori, nel presente e nel passato e li sfido a presentarmi il loro certificato penale di qui a sei mesi.
Il sole oggi è elegantissimo nel trattarmi come fossi il suo unico figlio.